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Giornate Nazionali dei Castelli – edizione 2019

Per la XXI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli, la Sezione Sicilia ha programmato 2 eventi.

In provincia di Messina, giorno 5 maggio 2019, la Delegazione di Messina ha curato una visita guidata al Castello e Cittadella fortificata di Milazzo, mentre in provincia di Catania, nelle giornate del 11 e 12 maggio 2019, la visita guidata si è svolta al Castello Medievale di Adrano, sede del Museo Archeologico regionale, Mura Dionigiane e Teatro Comunale e alla Chiesa Madre di Campanarazzu a Misterbianco.

Programma del 5 maggio 2019

  • Ore 10:00
    Punto Espositivo: Cerimonia di consegna dei dieci pannelli multilingue segnaletici del castello, dal Presidente Lions Club Milazzo, Avv. Giovanni Siracusa e dal Dott. Massimo Tricamo, Presidente della Società Milazzese di Storia Patria, al Sindaco di Milazzo Avv. Giovanni Formica, alla presenza di rappresentanti della Regione Siciliana o della Soprintendenza.
  • Ore 10.30 Trasferimento al Duomo Antico
  • Ore 11.00 Inizio Convegno:
    “La Cittadella Fortificata di Milazzo tra passato e futuro”
  • Ore 11.15 Saluti dell’IIC
    Prof. Eugenio Magnano di San Lio, Presidente dell’IIC Sezione Sicilia,  Michaela Marullo Stagno d’Alcontres, Vicepresidente Nazionale IIC
  • Ore 11.30 ”Iconografia del castello di Milazzo” Prof. Franz Riccobono
  • Ore 12.00 Introduzione alla visita guidata a cura Prof. Cono Pietro Terranova, possibilità di visitare ambienti ancora non accessibili al pubblico
  • Ore 14.00 Visita guidata a cura del Prof. Massimo Tricomi

Castello e Cittadella fortificata di Milazzo (ME)

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La fortezza, e tutta l’area compresa nell’ampio recinto delle mura spagnole (città murata e borgo antico), in gestione al comune, costituisce la più estesa cittadella fortificata esistente in Sicilia con una superficie di 7 ettari e oltre 12.000 m² occupati da edifici.

Essa sorge sulla sommità meridionale della penisola di capo Milazzo e ne sovrasta il Borgo antico. L’insieme dei manufatti e dei sistemi difensivi costituiscono propriamente la “Cittadella Fortificata”, altrimenti nota come Città Murata, i cui principali nuclei abitativi che la compongono sono posti a ridosso delle scoscese pareti nord-occidentali del rilievo.

I manufatti in ordine cronologico seguono uno sviluppo piramidale e concentrico verso il basso, al vertice è posta la parte più antica e via via verso il basso e digradanti verso l’esterno a levante, le varie sovrapposizioni identificabili negli stili delle architetture tipiche delle varie dominazioni.

La Necropoli e le aree che costituiscono l’agglomerato o i castrum sono ubicati nelle zone pianeggianti della Cittadella.

Fra le varie dominazioni si contano quella greca, romana, bizantina, normanna, sveva, aragonese, spagnola; ma è stata anche piazzaforte austriaca, tedesca ed inglese.

Nel XI-XII fu edificato il dongione, un perimetro fortificato; nel XIII sec. l’impianto del castello svevo con cinta turrita; il XV vede il rafforzamento con una cintamuraria con bastioni semicilindrici, e nel 1603 inizia la costruzione della vecchia Chiesa Madre.

Nel 1860 è teatro dell’ultima resistenza borbonica all’avanzata delle truppe garibaldine, infatti con l’avvento del Regno d’Italia la città perde la sua importanza strategico-militare e il Castello nel 1880 è declassato da piazzaforte reale a carcere giudiziario.

Il castello ha uno schema iconografico molto articolato: maschio normanno a pianta quadrata e la domus sono racchiusi dalla cinta sveva rettangolare; una seconda cinta aragonese con baluardi cilindrici racchiude il complesso normanno-svevo. Una terza cinta cinquecentesca venne costruita con baluardi triangolari.

Il mastio è chiamato comunente “Torre Seracena” sorge al culmine del castello ed è la parte più antica del complesso. La domus invece ha caratteristiche marcatamente residenziali. La cinta muraria che li racchiude segue la sommità triangolare della cresta rocciosa; quattro torri quadrate difendono gli angoli di questo recinto. La cinta muraria quattrocentesca si trova a poca distanza dalla prima. L’ultima cortina muraria fu realizzata nel cinquecento.

Programma del 11 maggio 2019

  • Ore 9:30 – CASTELLO NORMANNO SEDE DEL MUSEO  DI ADRANO
    Saluti:
    Gioconda Lamagna, Direttrice del Polo Regionale di Catania
    Francesco Cultrera di Montesano, Presidente Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli, Michaela Stagno D’Alcontres Marullo, Vice Presidente Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli
    Introduce:
    Fulvia Caffo, Presidente del Consiglio Scientifico della Sezione Sicilia
  • Ore 10.00 – Visita guidata al Castello, alle collezioni archeologiche e alle Mura Dionigiane a cura di Gioconda Lamagna
    Cenni sulle origini del donjon a cura di Nello Caruso
    Racconti di storie e legende a cura degli studenti del Secondo Istituto Comprensivo “Canonico Vincenzo Bascetta” di Adrano, preparati da Vincenzo Calambrogio, Concetta Rita D’Amico, Francesca Liotta, Rosaria Perni, Tina Santangelo
  • Ore 12.00 TEATRO  COMUNALE “VINCENZO BELLINI”
    Saluti dell’Amministrazione Comunale – Angelo D’Agate, Sindaco
    Visita guidata a cura di Antonino Giuttari, Assessore alla Cultura
  • Ore 16.00 – Visita guidata alla seicentesca Chiesa Madre di “Campanarazzu”, sepolta dalla lava del 1669 che recenti lavori di restauro e valorizzazione hanno riportato alla luce, a cura della Fondazione Culturale Monasterium Album di Misterbianco

Castello Medievale di Adrano (CT)

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Come il vicino castello di Paternò, secondo una tradizione storiografica ampiamente consolidata, il castello di Adrano fu fondato nel terzultimo decennio del secolo XI dal Gran Conte Ruggero in occasione della conquista della Sicilia occupata dai musulmani, forse sulle preesistenti strutture di una torre saracena.

Il castello presenta infatti la tipica forma del donjon ovvero di torre parallele-pipedale suddivisa all’interno in diversi ambienti per ciascuno dei piani, collegati in verticale da strette scale ricavate nello spessore murario.

Appartenuta ai De Parisio, nel 1185 pervenne per matrimonio a Matteo Sclafani che divenne barone di Adrano. Federico d’Aragona (Federico III come Re di Sicilia) nel 1303 nomina lo stesso Matteo Sclafani conte di Adrano. A quest’ultimo di deve probabilmente, in occasione delle proprie nozze, la costruzione della cappella all’interno del dongione.

Nel secolo XVI o nel XVII alla parte basamentale del castello furono accostate quattro piccole e basse torri angolari che in qualchemaniera richiamano quelle realizzate da Alfonso D’Aragona nella falsabraga del Maschio Angioino (Napoli). Originariamente isolate queste torrette furono unite nel secolo XVIII da quattro muri, quando il castello, perdute le funzionimilitari e di residenza feudale, manteneva ancora quelle di carcere.

Di proprietà comunale, il castello è oggi sede del museo civico, con un’importante sezione archeologica.

Chiesa Madre di Campanarazzu - Misterbianco (CT)

Le prime notizie sull’antico abitato si hanno grazie ad alcuni documenti che ne attestano l’edificazione intorno al 1300 su un territorio che dista circa 3 km dall’attuale centro urbano in direzione nord est rispetto alla posizione attuale di cui si ha la certezza che il primo insediamento fu eseguito da una confraternita di religiosi che vi risiedette all’interno di un monastero bianco (ormai scomparso), il cui nome originario (Monasterium album) deriverebbe l’attuale nome del paese, nonché l’etimologia del nome “Campanarazzu” riferito alla campana dell’omonimo monastero.

Dopo alcuni anni di ricerche, nel 2016 i lavori di restauro, a cura della soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania, hanno permesso di ritrovare la chiesa “matrice” ben conservata (ormai priva di tetto e porte, in seguito ricostruite con strutture moderne per proteggerla dalle intemperie) nella quale sono stati ritrovati anche oggetti appartenenti a un periodo successivo al XIV secolo e quindi antecedenti solo di un centinaio d’anni alla colata lavica del 1669.

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Chiesa Madre di Campanarazzu
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Panoramica dell'interno: in fondo i ruderi dell'altare